Una programmazione urbanistica per la salubrità dei luoghi
Gli ultimi due anni hanno messo in evidenza la fragilità dei nostri sistemi di programmazione e di prevenzione. Così si sono delineati scenari nella vita quotidiana caratterizzati da contesti che hanno destabilizzato sia i cittadini sia gli enti pubblici. Allo stress climatico che sta mostrando già da alcuni anni, e con forza, i pericolosi effetti indesiderati annunciati da tempo, si collegano molti altri fattori, diversi tra loro ma tutti forieri di cattivi presagi per il futuro. Emerge così un quadro complessivo di difficile interpretazione dovuto soprattutto alla carenza organizzativa che lascia spiazzata la politica con conseguenze di non facile previsione. Anche nella vita quotidiana ci imbattiamo in alcune scelte che possono in qualche modo creare problemi se non affrontate in maniera mirata. Parlando degli edifici che costituiscono una ambiente urbano, notiamo che spesso si guardi più all’estetica che alla funzionalità. Il riferimento è a tutta una serie di elementi di arredo o di “abbellimento” di case, scuole, ospedali ma anche di aree produttive, uffici e via discorrendo, che possono favorire la presenza di molti animali che in alcune fasi del loro ciclo vitale sono definiti infestanti urbani. In un recente lavoro è stato affrontato proprio il tema di come alcune scelte urbanistiche possono favorire la sosta e la nidificazione dei piccioni che, favoriti dall’ambiente cittadino, proliferano creando colonie composte da numerosi individui, spesso causa di lamentele da parte dei cittadini. Abbiamo chiesto alla professoressa Annunziata Giangaspero, Specialista in Parassitologia presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimenti, Risorse Naturali e Ingegneria (DAFNE) dell’Università di Foggia.
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