Prima della tecnologia: Il sopralluogo dell’uomo
Pasquale Trematerra è professore ordinario di Entomologia generale e applicata presso l’Università degli Studi del Molise. I principali filoni delle sue attività di ricerca si riferiscono a osservazioni bio etologiche utili per la messa a punto di metodi innovativi nella difesa delle piante, dei prodotti agricoli e delle derrate dagli attacchi di insetti dannosi. Partecipa a gruppi di ricerca nazionali e internazionali; è autore di numerose pubblicazioni scientifiche.
La Redazione
Prof. Trematerra, le chiederei un’opinione a livello generale, in quanto uno dei massimi esperti di Pest management a livello nazionale ed oltre, dotato di una consapevolezza di insieme e della capacità di vedere in profondità nelle questioni che ci accomunano tutti i giorni. Che cosa, secondo lei, possiamo salvare della disinfestazione attuale e mettere nella valigia per proiettarci nel futuro?
«Senza dubbio la capacità di osservazione, la capacità di prendere in considerazione gli eventi, di coglierli e la cultura della collaborazione, per cercare di affrontarli al meglio ed in modo compatibile. La problematica della compatibilità/sostenibilità è riferita sia dal punto di vista ambientale ma soprattutto dal punto di vista economico e sociale. Poi bisogna tener conto di questi tre fattori senza allargare troppo l’orizzonte a situazioni lontane, ma riferendosi a quello che si sta facendo vicino e in quel momento».
Ma in tutto questo, lo sviluppo tecnologico, che sarà una delle attività prevalenti nelle occupazioni dei giovani del futuro, quanto può aiutare il processo di sviluppo del mondo della disinfestazione?
«Apparentemente il mondo della disinfestazione sembra lontano dalle tecnologie, ma in realtà non è così. Pian piano le tecnologie vanno introdotte, ma senza pensare che possano sostituire l’uomo, che possano sostituire la sua intelligenza, ma soltanto per consentirgli di operare al meglio. Guai immaginare di lasciare tutto in mano alle tecnologie; le tecnologie non sono intelligenti, sono strumento di una operatività coordinata e indotta da quanto l’uomo decide ed è capace di decidere. Mettere insieme tecnologie ed esperienze fatte da soggetti diversi porterà sempre a risultati differenti, sia dal punto di vista locale sia dal punto di vista strategico e generale. Ogni situazione ha la propria specificità e dovrà essere comunque sempre valutata dal sopralluogo diretto dell’uomo che deve per questo avere le adeguate conoscenze di base».
Per leggere l’articolo integrale abbonati qui