L’epidemia covid-19: il ritorno di un incubo?
Con l’arrivo della stagione autunno-invernale si sta osservano un continuo e costante aumento del numero dei casi, in quanto se tra metà giugno e metà agosto il numero è oscillato tra 3.446 e 6.188, da 5 settimane consecutive si rileva una progressiva ripresa della circolazione virale. Infatti, dalla settimana 10-16 agosto a quella 14-20 settembre (ultimi dati disponibili) il numero dei nuovi casi settimanali è sestuplicato, passando da 5.889 a 36.081. In aumento sia la positività ai tamponi passata dal 6,4% al 14,9%, sia l’incidenza passata da 6 casi a 52 per 100.000 abitanti. I ricoveri in area medica, dal minimo (697) raggiunto il 16 luglio a oggi sono quadruplicati (2.533), mentre in terapia intensiva dal minimo (18) del 21 luglio sono saliti a quota 91. Nelle ultime cinque settimane si registra anche un numero di decessi più che raddoppiato.
È indubbio che si tratti di numeri bassi quando paragonati a quelli del periodo emergenziale, anche se devono essere considerati ampiamente sottostimati in quanto il Ministero della Salute ha provveduto, con la circolare n. 25613 del 2023, ad aggiornare le indicazioni relative alle precauzioni comportamentali e strumentali che devono essere rispettate dalle persone che contraggono il Covid o che sono state a contatto con persone positive al virus: non è più previsto l’isolamento anche se permane l’obbligo di indossare la mascherina e di evitare i luoghi affollati. Inoltre, se da un lato la prescrizione di eseguire i tamponi nelle persone con sintomi respiratori è ormai residuale, dall’altro con l’ampio uso dei test antigenici fai-da-te la positività viene comunicata solo occasionalmente ai servizi epidemiologici di area medica.
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