La malattia del legionario: potenziale rischio per la salute umana?
La legionellosi è una grave infezione respiratoria dell’uomo descritta per la prima volta nel 1976 dopo un’epidemia in un convegno dell’American Legion a Philadelphia da cui il nome di malattia dei legionari. L’American Legion è un’organizzazione di veterani delle forze militari statunitensi che hanno prestato servizio in tempo di guerra e che organizza eventi commemorativi e attività di volontariato, oltre ad avere interessi politici diretti nella difesa dei veterani, quali pensioni, copertura sanitaria ecc. È stata fondata nel 1919 dai soldati di ritorno dalla Francia al termine della Prima guerra mondiale e oggi conta circa 2,4 milioni di membri. Nel 1976, durante il convegno di di Philadelphia, su 4000 partecipanti si registrarono oltre 200 casi con 34 decessi, di una forma respiratoria particolarmente grave. L’agente eziologico fu isolato per la prima volta l’anno successivo dal Center Disease Control di Atlanta (USA) che, ricordando la prima epidemia, lo indicò con il nome di Legionella pneumophila. In Italia il primo focolaio epidemico venne registrato nel 1978 sul Lago di Garda e interessò 10 soggetti. Da allora le segnalazioni di casi, sia sporadici sia epidemici, sono diventate sempre più frequenti. Secondo il report epidemiologico annuale dell’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC), nel 2020 l’incidenza della legionellosi in Europa si è attestata su 1,9 casi ogni 100.000 abitanti. Le nazioni con l’incidenza più elevata sono risultate Slovenia e Danimarca, seguita da Italia, Spagna, Portogallo, Austria e Olanda (Fig. 1).
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